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Distubo Ossessivo Compulsivo (DOC)

Definizione

Il Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC) è un disturbo d’ansia caratterizzato da pensieri persistenti, intrusivi e non desiderati che la persona non riesce a controllare. Possono portare a notevole malessere ed all’attuazione di comportamenti compulsivi, detti anche “rituali”: comportamenti che chi soffre di DOC prova il bisogno irresistibile di eseguire per ridurre il malessere e l’ansia o prevenire il verificarsi di eventi temuti.

Ossessioni

I pensieri ossessivi riguardano di solito la paura di essere contaminati o contagiati, di far del male a sé o agli altri. Comuni anche quelli di bestemmiare, di poter commettere atti violenti o atti sessuali immorali, di possibili disgrazie future o di altri argomenti angoscianti. Sono chiamati pensieri ma si può anche trattare di immagini o scene disturbanti che si insinuano nella mente e che la non si riescono a scacciare. Ad esempio, anziché il pensiero: “La casa può prendere fuoco” può formarsi una visione della casa in fiamme ed è questa visione a scatenare i rituali di controllo. Chi ha l’ossessione di far del male ai propri bambini può vedere scene spaventose nelle quali sta facendo loro del male oppure l’immagine dei bambini feriti.

Rituali

Il rituale nella maggior parte dei casi corrisponde chiaramente al pensiero ossessivo, ad esempio lavaggi ripetuti come conseguenza dell’ossessione di potersi contagiare. Qualche volta, però, non vi sono legami evidenti tra tipo di comportamento e tipo di pensiero intrusivo: ad esempio quando qualcuno si sente obbligato a calpestare le linee della pavimentazione per evitare che accada qualcosa di male ai familiari. Vi sono casi in cui mancano rituali manifesti: in questi casi i rituali possono essere mentali, ad esempio contare o pregare, ma il loro significato di riduzione dell’ansia è simile.

I rituali più comuni sono di due tipi, lavare e controllare. Ve ne sono anche altri, ad esempio contare, mettere in ordine, vestirsi in modo fisso e preordinato. La riduzione dell’ansia conseguente all’esecuzione del rituale è di solito di breve durata e quindi la persona prova il bisogno di ripeterlo. Anche chi ha solo rituali mentali, come ad esempio contare o pregare, si sente tenuto a ripeterli molte volte, perché teme di non averli fatti alla perfezione. Spesso i sintomi portano via molto tempo, provocano ritardi ed interferiscono notevolmente con le attività della vita quotidiana e con la prestazione lavorativa. Di conseguenza emergono problemi nelle sfera delle relazioni: in particolare la famiglia si trova spinta a modificare le proprie abitudini nel tentativo di evitare che il paziente esegua i rituali.

Consapevolezza

Molti di coloro che soffrono di DOC si rendono conto dell’assurdità e dell’inutilità dei loro rituali, ma si sentono ugualmente obbligati a farli. Sanno che con ogni probabilità le mani non sono più contaminate o più sporche e che quindi non hanno veramente bisogno di continuare a lavarsele; sanno che la loro casa non prenderà fuoco, anche se non controlleranno ancora una volta che i fornelli siano spenti o le prese staccate. Proprio perché si rendono conto di quanto sia irrazionale il loro comportamento, spesso si vergognano di ciò che fanno. Inoltre sprecano un sacco di energie per nascondere questi loro problemi ai conoscenti.

Evitamento

Di solito chi soffre di DOC evita le situazioni o gli oggetti che possono scatenare il malessere e i rituali. Ad esempio chi è portato a lavarsi in maniera compulsiva cercherà di evitare di toccare qualsiasi cosa che possa essere sporca; chi prima di uscire di casa si sente costretto a controllare tutti gli apparecchi, le porte e le finestre, cercherà di uscire il meno possibile. L’evitamento delle situazioni che possono scatenare o aumentare le paure e i rituali sembra ragionevole. In effetti però non funziona, perché la persona è indotta ad evitarle sempre di più e a evitarne sempre di più, fino a che il disturbo domina completamente la vita.

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