TMS e Dipendenze

Il trattamento delle dipendenze patologiche rappresenta una sfida costante ad una malattia che nel tempo tende inesorabilmente a presentare le caratteristiche acute e recidivanti. Questo induce ogni terapeuta che si sperimenta sul campo a ricercare costantemente metodi innovativi che possano aumentare le possibilità di remissione dei sintomi da dipendenza e soprattutto una stabilità dell’astienza. Tra questi la Stimolazione Magnetica Transcranica (TMS) si sta rapidamente affermando come una promettente strategia terapeutica, offrendo nuove prospettive nella cura di diverse forme di dipendenza.

La TMS è una tecnica non invasiva che, attraverso l’applicazione di brevi impulsi magnetici focalizzati sul cuoio capelluto, induce correnti elettriche in specifiche aree cerebrali. Questa modulazione dell’attività neuronale può influenzare i circuiti cerebrali disfunzionali che sottendono il craving, la perdita di controllo e la ricerca compulsiva della sostanza o del comportamento problematico, caratteristiche centrali delle dipendenze.

La TMS nelle Dipendenze

Le dipendenze alterano profondamente la neurochimica e la connettività di specifiche regioni cerebrali, in particolare quelle coinvolte nel sistema di ricompensa, nella funzione esecutiva e nel controllo degli impulsi. La TMS interviene su questi circuiti in diversi modi:

  • Rimodulazione del Craving: studi recenti si concentrano sull’applicazione della TMS alla corteccia prefrontale dorsolaterale (DLPFC), un’area cruciale per il controllo cognitivo e l’inibizione. La stimolazione di questa regione può ridurre l’intensità e la frequenza degli episodi di craving.
  • Rafforzamento del Controllo Inibitorio: la TMS può potenziare l’attività delle aree prefrontali coinvolte nella pianificazione, nella presa di decisioni e nella capacità di resistere agli impulsi, elementi deficitari nelle persone con dipendenza.
  • Normalizzazione dei Circuiti di Ricompensa: la TMS può influenzare il rilascio di neurotrasmettitori come la dopamina, coinvolta nel piacere e nella motivazione, contribuendo a ridurre la salienza gratificante della sostanza o del comportamento problematico e a ripristinare risposte più sane alle ricompense naturali.
  • Impatto sui Sintomi Associati: la TMS ha dimostrato un potenziale nel migliorare sintomi spesso associati alle dipendenze, come ansia e depressione, agendo su circuiti cerebrali condivisi. Evidenze Emergenti nelle Diverse Dipendenze

La ricerca clinica

L’applicazione della TMS nelle dipendenze è in rapida crescita, con risultati incoraggianti in diverse aree:

  • Tabagismo: protocolli di TMS focalizzati sulla DLPFC hanno mostrato una riduzione significativa del consumo di sigarette e del desiderio di fumare in diversi studi controllati.
  • Disturbo da Uso di Alcol (DUA): la TMS si sta rivelando promettente nel diminuire il consumo di alcol, il craving e il rischio di ricadute, con studi che esplorano diverse frequenze e target di stimolazione.
  • Disturbo da Uso di Cocaina: ricerche recenti suggeriscono che la TMS, applicata specificamente alla corteccia prefrontale, può ridurre il craving e l’uso di cocaina, aprendo nuove strade per il trattamento di questa complessa dipendenza.
  • Disturbo da Uso di Oppioidi (DUO): l’applicazione della TMS nel DUO è un’area di intensa ricerca, con studi che esplorano il suo potenziale nel gestire il craving, i sintomi di astinenza e nel prevenire le ricadute, in un contesto di crescente crisi sanitaria legata agli oppioidi.
  • Dipendenze Comportamentali: l’interesse per l’applicazione della TMS in dipendenze non legate a sostanze, come il gioco d’azzardo patologico e la dipendenza da internet, è in aumento, con studi preliminari che suggeriscono possibili benefici nella riduzione del desiderio compulsivo e nel miglioramento del controllo degli impulsi.

Prospettive Future e Integrazione Terapeutica

La TMS non rappresenta una soluzione isolata, ma si configura sempre più come un prezioso strumento da integrare in percorsi terapeutici multimodali di rete. La sua capacità di agire direttamente sui circuiti cerebrali coinvolti nella dipendenza la rende una tecnica complementare alla psicoterapia, agli interventi farmacologici (quando indicati) e al supporto psicosociale.

Le future direzioni di ricerca si concentreranno sull’ottimizzazione dei protocolli di stimolazione (frequenza, intensità, target), sull’identificazione dei biomarcatori predittivi di risposta alla TMS e sulla personalizzazione dei trattamenti per massimizzare l’efficacia clinica.

Conclusioni

La Stimolazione Magnetica Transcranica offre un orizzonte di speranza nel trattamento delle dipendenze patologiche. La sua capacità di modulare l’attività cerebrale in modo non invasivo e mirato la rende una promettente strategia per ridurre il craving, migliorare il controllo degli impulsi e supportare il recupero. Con la continua evoluzione della ricerca, la TMS potrebbe diventare un componente fondamentale nei percorsi di cura per le persone che lottano contro le dipendenze.

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